giovedì 8 gennaio 2009

BURJ DUBAI

Scelsi di fare l’Architetto all’ età di 6 anni dopo avere visto in alcune riviste le opere di Frank Lloyd Wright e Oscar Niemeyer; è passato tanto tempo e dopo tanti sacrifici ho portato a termine quello che era il mio sogno di vita e professionale.
All’ università rimasi colpito dall’ ellenica perfezione degli edifici di Mies Van Der Rohe e Louis Isidore Khann, dall’ incredibile statica dei palazzetti di Luigi Nervi e credo a tutt’ oggi di aver una passione smisurata per la materia sia dal punto di vista Umanistico – Artistico che Tecnico – Scientifico.
Ci sono Cose Fatti e Persone che contribuiscono ad aumentare moltissimo questo mio entusiasmo; mi riferisco in particolar modo allo sviluppo tecnologico delle costruzioni negli ultimi 15 anni.
Dopo aver accantonato verso la fine degli anni ’70 la corsa all’ edificio più alto, l’ industria delle costruzioni si è rimossa in moto in specie qual modo nei paesi dalle economie emergenti, come la Malesia, la Cina, l’ India, gli Emirati Arabi Uniti.
L’ edificio riportato nelle immagini sotto è il Burj Dubai, attualmente ancora in costruzione, dovrebbe essere ultimato verso la fine di quest’anno.

fig.1: Burj Dubai. Settembre 2008. N.b. l’ edificio contrassegnato dalla freccia rossa ha circa 70 piani!
Nonostante sia ancora da ultimare, questo edificio al limite della fantascienza è attualmente il Grattacielo più alto del pianeta con i suoi 150 piani costruiti e 700 metri di altezza.
L’ aspetto della torre una volta finita sarà quello riportato nella simulazione sotto, fatta dallo studio di Architetti di Chicago “SOM” (Skidmore, Owing e Merril), suoi Progettisti.
fig. 2 - Edificio completato simulazione

Alla posa dell’ ultima pietra questo gioiello dell’ Ingegneria e dell’Architettura avrà raggiunto, stando alle indiscrezioni dei progettisti, (dati da considerarsi veritieri) l’ incredibile altezza di 820 metri e 170 piani non compresa l’ antenna.
Viene qui di seguito riportata una tabella comparativa tra i più alti edifici attualmente esistenti e il Burj Dubai.

Figura 3 - Comparazione tra i più alti edifici del pianeta

Qui di seguito si riportano delle immagini del grattacielo in costruzione.


Figura 4 - ripresa dal basso della zona dove sorge il Burj Dubai

Figura 5 - la Torre in costruzione


foto 6 - Ripresa aerea, da notare le differenti altezze tra il Burj Dubai e gli altri grattacieli della zona

Il Burj Dubai non è solo il segno e l’ affermazione dell’ economia di Paesi emergenti come quelli arabi, ma è il simbolo dei tempi che cambiano, è la ripresa di progetti considerati utopici come quello per il grattacielo alto un miglio progettato da Frank Lloyd Wright del 1956 a cui il Burj si rifà nelle soluzioni strutturali, della pianta a tripode e nei profili architettonici, segno che le soluzioni del maestro americano non erano utopiche, bensì troppo all’ avanguardia per essere capite.

Figura 7 - Comparazione tra i Profili del grattacielo alto un Miglio di Frank lloyd Wright (1956) e il Burj Dubai

Il Primato di questo colosso di acciaio e vetro però non dovrebbe durare tantissimo, già si parla di una Nuova Torre da costruire sempre a Dubai, la Nakheel Tower che dovrebbe raggiungere l’ incredibile altezza di 1100 metri lineari e stando ad indiscrezioni e notizie fatte trapelare dalla stampa, secondo gli studi condotti dai progettisti ci vorrebbero 10 anni di lavori continui per completarla (foto sotto).

Figura 8 - la Nakheel Tower, l' edificio alto un chilometro che dovrebbe togliere il primato di grattacielo più alto del Mondo al Burj Dubai

Vorrei spendere le ultime parole di questo articolo per parlare del caso Italia; il nostro paese non ha di certo bisogno di edifici alti un chilometro, ma ha sicuramente un gran bisogno di infrastrutture di tutti i tipi in specie qual modo nelle regioni più arretrate.
Il Paese del “Non fare” in questi ultimi anni si è incartato su posizioni conservatrici e non di certo progressiste che ci porteranno allo sfascio totale nel giro di poco tempo, se andiamo anche ad analizzare la velocità in cui simili cambiamenti vengono introdotti dai nostri Partner Europei e nei Paesi in Via di Sviluppo ci renderemo senz’altro conto che c’è tantissimo da fare.
Per chi volesse approfondire le tematiche e gli argomenti affrontati in questo articolo questo è il sito ufficiale del Burj Dubai:
www.burjdubai.com

Arch.Tito Antonio MagliocchettiArk's
Associazione culturale ®

sabato 3 gennaio 2009

Man Ray al Man











Martedi 6 gennaio, giorno dell’ epifania, al Museo MAN di Nuoro chiude la rassegna dedicata a Man Ray.
“Unconcerned but not indifferent”, questo è il titolo della Mostra che raccoglie circa trecento tra disegni, dipinti, fotografie, sculture e oggetti appartenuti al grande artista e fotografo americano. Emmanuel Radnitsky, questo il vero nome di Man Ray, nasce a Filadelfia (Pennsylvania) il 27 agosto 1890, da genitori ebrei russi con i quali parte, all’età di sette anni, per New York.
Nella metropoli americana prendono residenza nel quartiere di Brooklyn. Al Liceo, Emmanuel frequenta le lezioni di pittura e successivamente, appena diciannovenne, studia alla Scuola delle Belle Arti di New York, seguendo contemporaneamente corsi di disegno e di acquarello.
A Ridgefield, nel New Jersey, dove vivrà per quattro anni, lavora come disegnatore pubblicitario. Tenta dunque, insieme al poeta Alfred Kreymborg, di fondare una comunità artistica. Incontra Alfred Stieglitz ed entra in contatto con l'avanguardia americana.
La scoperta dei movimenti artistici europei avverrà nel 1913, dopo aver visto le opere di Marcel Duchamp e Francis Picabia all'Armory Show.
Realizza quindi il suo primo quadro cubista: un ritratto di Alfred Stieglitz. Si sposa con la poetessa Adon Lacroix con la quale pubblica il libro A Book of Diverse Writings. La guerra in corso in Europa blocca il suo progetto di recarsi a Parigi.
A venticinque anni, Man Ray acquista una macchina fotografica per riprodurre i suoi quadri e fonda la prima rivista americana dadaista The Ridgefield Gazook: quattro pagine con sue illustrazioni e testi di sua moglie, Adon. E' l'anno del suo incontro con Duchamp e della sua prima esposizione alla Daniel Gallery di New York. Nel 1919 si separa dalla moglie, pubblica l'unico numero di TNT, rivista di tendenza anarchica, e inizia una collaborazione fotografica e cinematografica con Marcel Duchamp.
I due, insieme a Katherine Dreier, Henry Hudson e Andrei McLaren fondano la Société Anonyme, un museo d'arte d'avanguardia.
Nel 1921, durante la quindicesima mostra annuale di fotografia, vince un premio per un ritratto di Berenice Abbott, allora scultrice e in seguito fotografa e sua assistente per tre anni.
Il sodalizio con Marcel Duchamp è ormai consolidato e Man Ray lo raggiunge finalmente a Parigi dove incontra i dadaisti e fa la conoscenza di Jean Cocteau, Erik Satie e Kiki de Montparnasse.Sono anni ricchi di attività artistiche: pubblicazione di libri, partecipazioni a decine di mostre personali e collettive, la realizzazione delle rayografie, di immagini di nudo, ritratti e fotografie di moda.
Nel 1923 gira Retour à la raison, il primo di alcuni film (Anémic cinéma, Emak Bakia, L'Etoile de mer, Les Mystères du Chateau de dé).
Nel 1929, Lee Miller diventa la sua assistente (e lo sarà fino al 1932).
L'invasione nazista del 1940 costringe Man Ray a lasciare la capitale francese alla volta di New York per stabilirsi successivamente a Hollywood, dove incontra Juliet Browner, sua futura moglie, e dove rimane per 11 anni prima di fare ritorno nella Capitale Francese, nella Biennale di Venezia del 1961 riceve la medaglia d'oro per la fotografia mentre nel 1971 gli saranno dedicate due retrospettive, a Rotterdam e a Milano (alla Galleria Schwarz), comprendenti 225 lavori realizzati tra il 1912 e il 1971.Man Ray muore a Parigi, nel 1976, all’età di 86 anni. venne seppellito nel cimitero di Montparnasse.

Il suo epitaffio recita: “Unconcerned but not indifferent”, traduzione inglese di “Non curante, ma non indifferente”.

Arch.Tito Antonio Magliocchetti
Ark's- Associazione culturale ®